È un flop il bando della Protezione Civile per l’assunzione di 450 medici (sui 600 richiesti) per la Campania, aperto per soli 3 giorni (dal 15 al 18 novembre). Il bando (rivolto a 150 medici specializzati in anestesia e rianimazione, 100 in malattie infettive, 100 in malattie dell’apparato respiratorio e 100 medicina e chirurgia d’accettazione e di urgenza) prevede un contratto a progetto fino al 30 gennaio 2021; un compenso orario di 45 € lorde per un massimo di 42 ore settimanali; mille euro forfettarie per i non residenti in Campania. A rispondere all’appello, come comunicato dall’Ufficio Stampa di Palazzo Santa Lucia, soltanto 156 medici tra cui si contano 97 camici bianchi che hanno poi rinunciato; 7 esclusioni per mancanza di requisiti (specializzazioni) e 25 domande in attesa di riscontro. Risultato finale: soltanto 27 i nuovi medici in servizio tra cui 3 anestesisti.
LE RAGIONI DI QUESTO FLOP – “È un bando tipico della Protezione Civile per volontari e non per professionisti”; “La Sanità non può essere gestita dalla Protezione Civile. È sbagliata la visione e la strategia”; “La vergogna non ha limiti, i medici sono professionisti e come tali vanno remunerati”; “Sui 45 € lorde occorre, giustamente, pagare le tasse e si arriva a poco più di 20 €”; “Li cerchino tra i senza tetto, visto che offrono vitto, alloggio e pochi euro”;
Sono solo alcuni dei commenti dei camici bianchi impegnati in prima linea a fronteggiare l’emergenza sanitaria e dei quali il sindacalista, dott. Antonio De Falco, Segretario Regionale CIMO Campania, il sindacato dei medici tra i più rappresentativi, si fa portavoce: “sono colleghi che rappresentano la pancia e le idee delle persone comuni, sono colleghi che non hanno voce”.
Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire cosa non ha funzionato.
- Perché un numero di defezioni così elevato?
“Le defezioni riguardano coloro che risiedono al Nord e considerata la disastrosa condizione della Sanità campana hanno deciso di non venire. Solo 3 anestesisti sono in servizio perché in questo periodo sono ricercati come l’oro. In altre regioni hanno offerte più vantaggiose 5/6mila euro al mese più vitto e alloggio gratuito, perché rinunciare”? Ed aggiunge: “la risposta al bando è una manifestazione di interesse” a cui segue una legittima valutazione, puntualizzando che il bando della Protezione Civile “è rivolto solo agli specializzati” escludendo quindi gli specializzandi, ovvero gli studenti al 4/5 anno di specializzazione “che per legge le aziende possono assumere dopo aver esaurito gli specializzati. Perché le aziende non bandiscono? Per risparmiare? Il sindacalista chiarisce, inoltre, che nel bando sono richiesti 100 specializzati in medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza ma “al Cardarelli c’è un concorso di 30 posti in medicina intera, branca equipollente a medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza. Perché le aziende non scorrono la graduatoria degli idonei?” Alle domande retoriche segue una risposta chiara ed inequivocabile:” perché col bando della Protezione Civile si assume con contratto a progetto, con la graduatoria si assume a tempo indeterminato”. L’imperativo, quindi, è risparmiare, nonostante una pandemia e nonostante in Campania ci sia una reale esigenza di assumere basti “vedere le prestazioni aggiuntive in epoca pre-covid che venivano erogate per far fare più ore ai colleghi per coprire un fabbisogno che la Regione, tra le altre cose, ha sempre detto di avere”. Ed incalza: ”occorre assumere a tempo indeterminato queste figure che già mancavano nell’ordinaria emergenza, prima del Covid. Noi siamo perennemente in emergenza, perché in emergenza si può fare tutto, in ordinaria si deve programmare e farlo come si deve!”. E ancora, il dr De Falco sottolinea anche l’utilizzo improprio, oltre che illegittimo, del personale medico privo di competenze specialistiche nei reparti di degenza Covid: “le aziende possono pescare dalla graduatoria del Cardarelli ed impiegare i medici di medicina interna che possono lavorare nei pronto soccorso, dove, invece mandano pediatri, ortopedici. Insipienza? Cattiva gestione? Reconditi scopi? Vogliamo risposte!”
- Come risolvere l’atavico problema della carenza del personale medico-sanitario in Campania, acuitosi durante questa emergenza sanitaria?
“Formando gli specialisti per prima cosa. E purtroppo nelle nostre università si formano pochi specialisti rispetto ai medici che si laureano”, creando il cosiddetto “imbuto formativo” e, come se non bastasse, i pochi specialisti formati in Italia, scelgono di lavorare in altri paesi dove “sono super pagati, fanno delle carriere brillantissime, sono trattati in maniera dignitosa e sono soddisfatti del proprio lavoro. In Italia, invece, devono fare una lunga trafila, 11 anni di studio, per essere considerati come carne da macello”, a cui offrire, anche in piena epidemia, contratti precari senza alcune garanzie. “Assumere giovani medici con contratti a progetto o richiamare in servizio il personale in pensione è una politica scellerata, specie in regioni che sono sotto organico”.
- Per fronteggiare l’emergenza coronavirus, non soltanto contratti a progetto ma anche il reclutamento del personale medico-sanitario in pensione che, con spirito di abnegazione e senso del dovere, ha accettato la sfida, in alcuni casi pagando a prezzo della vita. Come valuta questa misura?
“Hai più di 70 anni? Sei ancora vivo? Bacia i tuoi cari e vai, il governo e il Covid ti stanno cercando. Finalmente è arrivata la tua ora. Non mancare”. È l’amara ironia espressa dai camici bianchi, indignati e delusi. “È una speculazione. Il Governo non li tratta in maniera dignitosa come dovrebbero essere trattati. Si specula sul senso del dovere, di altruismo e di civiltà dei colleghi in pensione, utilizzati come manodopera a basso costo”. E poi, un affondo agghiacciante: “Non vorrei fossimo arrivati alla fine di una guerra dove, non avendo più risorse e soldati da impiegare, si adoperavano i bambini di 12 o 13 anni mandandoli al fronte e dicendo che erano degli eroi”.
A cura di Vania Cuomo