Il consiglio comunale di Pozzuoli ha discusso e approvato, nella seduta del 22 novembre, le linee guida programmatiche presentate dal Sindaco Figliolia. Hanno votato a favore i consiglieri di maggioranza, mentre i 5 rappresentanti dell’opposizione hanno preferito astenersi o lasciare l’aula. Potrebbe sembrare un atto dovuto, per alcuni forse lo è; o un’occasione per ripetere polemiche pre-elettorali, come per qualcuno sicuramente lo è stato. E invece questa discussione in Consiglio comunale è stata un momento importante, anche se non si traduce immediatamente in atti con effetti pratici, perchè si è discusso di merito e di contenuti. Fatto, quest’ultimo, non sempre scontato. Il lungo documento letto dal Sindaco non può essere banalizzato come un “libro dei sogni”, ma ha espresso un’idea di città, e non riconoscerlo significherebbe ignorare la storia recente di Pozzuoli. La visione di insieme c’è, almeno sulla carta. Impossibile riassumerla in poche righe, ma alcune linee di indirizzo meritano di essere citate.
L’IDEA DI CITTA’ – Da un lato: proseguire nella sfida di una dimensione turistica, puntare sull’economia della cultura, investire in promozione e marketing del territorio, caratterizzare l’offerta attrattiva, mettere i giovani e le professionalità locali nelle condizioni di lavorare nel parco archeologico dei Campi Flegrei e nel polo naturalistico. Dall’altro: attribuire a ogni quartiere una propria funzione, spostando attività produttive e del tempo libero nelle aree di periferia sulle quali concentrare i prossimi piani di riqualificazione. In mezzo, avviare una nuova mobilità sostenibile, fatta di navette, trasporto integrato e alternativo, aree di interscambio verso il Centro Storico auspicabilmente meno congestionato, anche grazie ad una trasformazione del porto e lo spostamento di quello commerciale verso l’ex area Sofer. A fare da contorno, una macchina comunale con risorse più giovani e qualificate, che punti a programmare, più che a gestire direttamente i servizi.
Tutto giusto. Tutto ambizioso. Ancora di più rispetto alle linee della “precedente” giunta Figliolia del 2012. La vera sfida, ovviamente, è realizzare questa “nuova Pozzuoli”. E su questo punto, dal momento che non avrebbe senso dubitare sulla volontà politica di chi afferma tali propositi, è opportuno forse chiedersi se l’attuale classe dirigente, dal Sindaco agli assessori, dai dirigenti a ogni singolo consigliere, sia nelle condizioni politiche e “culturali” di concretizzare gli indirizzi approvati. Di certo qualcosa nei metodi di lavoro deve cambiare, a cominciare dai tempi, troppo spesso dilatati. La stessa approvazione delle linee programmatiche – che è il primo atto di indirizzo politico della consiliatura – è arrivata 4 mesi dopo la proclamazione ufficiale dei nuovi amministratori. Un fatto sintomatico, ma non è solo una questione di calendario. In questo momento il Sindaco Figliolia mantiene nelle sue mani una quantità di deleghe abnorme e anche di una certa importanza (tra le più importanti: polizia municipale, lavoro, attività produttive, commercio, mercati, sport, politiche sociali …). Ciò è dovuto, va precisato, perchè “manca” ancora un assessore, dal momento che una forza di maggioranza (“Campania Libera”) è rimasta fuori dalla Giunta per propria scelta. Al di là del caso specifico, ci chiediamo: è sostenibile, nel 2017, in un mondo veloce, aspettare che la “frattura” o la “dialettica” tra i gruppi consiliari si ricomponga, per non soffrire il ritardo nell’azione di governo? Azione che, ricordiamolo, rimane distinta da quella dei dirigenti comunali, che pure in questi anni sono aumentati a 10, mettendo fine all’assurda concentrazione di potere in pochi funzionari che aveva caratterizzato gli anni precedenti. A queste contraddizioni si aggiungono, talvolta, valutazioni politiche che spostano continuamente in un futuro più o meno prossimo la concreta realizzazione degli obiettivi prefissati.
IL CASO RIONE TERRA – Ci limitiamo a citare il caso Rione Terra. Il Sindaco Figliolia ha dichiarato giovedì 23 mattina, nel corso di un collegamento in diretta alla trasmissione “Buongiorno Regione” su rai 3, che “siamo pronti per il bando di gestione internazionale“, passaggio obbligato per dare una svolta verso la nuova economia della cultura e del turismo, e che su questo punto “non farà più sconti a nessuno”. Bene. Peccato si sia perso un anno. La delibera di Giunta n. 27 del 26 aprile 2016 fissava infatti al dicembre 2016 la consegna dello studio di fattibilità fornito dall’Agenzia del Demanio, per individuare il percorso di valorizzazione più idoneo, e al 28 febbraio 2017 la gara internazionale per l’assegnazione della gestione degli immobili completati. Siamo a fine novembre, ed oggi il direttore dei lavori del cantiere Giannini, sempre durante il collegamento a Rai 3, ha parlato di una consegna della prima parte (circa il 60% del Rione) entro l’anno, aggiungendo che dopo la recente erogazione di fondi per l’ultimo lotto (quello che affaccia alla darsena) “da completarsi in 4 anni”, nel cantiere “siamo tutti più sereni ed è cambiata l’atmosfera”. Ed è anche normale, considerando che si sono aggiunti 70 milioni di euro ai 130 già spesi dal 1992.
Ancora una volta, non è una questione di calendario, ma di credibilità per un progetto di rinascita del territorio. In un Paese normale, attendere l’insediamento di un nuovo consiglio comunale per valutare le modalità di gestione di una patrimonio come quello del Rione Terra può anche essere una scelta ragionevole. A Pozzuoli, però, dallo sgombero di quel pezzo di città sono passati ben 47 anni. Dall’inizio dei lavori 25. E ogni anno che si aggiunge a questa interminabile vicenda, che somiglia sempre più a quella della “Salerno – Reggio Calabria”, porta via speranze e giovani che emigrano. “Ora o mai più“, fu lo slogan del Sindaco Figliolia lanciato durante il convegno dell’8 settembre 2015 tenuto nel Duomo del Rione Terra. Il momento dell’ora è passato, l’ipotesi del mai più per adesso è un timore. Solo il mantenimento degli impegni assunti potrà far vincere la speranza.