POZZUOLI, CONSIGLIO COMUNALE SEMI-VUOTO (Foto di ANGELO GRECO)
EDITORIALE_Il Consiglio comunale tenuto ieri, giovedì 4 agosto, si è concluso senza aver votato la variazione di bilancio, per mancanza di numero legale. Solo 12 su 25 i consiglieri presenti al momento del voto, determinanti sono state le assenze di 6 consiglieri della “maggioranza” (Buono, Fenocchio, Orsi, Cutolo, Pollice e il presidente del Consiglio Russo). Ora, in termini pratici, la Prefettura invierà una diffida al Consiglio comunale, invitandolo a votare la variazione di bilancio entro 20 giorni dalla notifica, pena lo scioglimento anticipato ed il conseguente “tutti a casa”.
Fin qui i fatti, passiamo ad alcune considerazioni. Il triste spettacolo andato in scena a Palazzo Migliaresi è il lucido epilogo di un problema che investe Pozzuoli e non solo: la mediocrità della classe politico-istituzionale; in particolare di chi dovrebbe svolgere un ruolo di rappresentanza, di stimolo e di proposta; nel caso specifico, dei consiglieri comunali. E i protagonisti di un copione già noto, recitato a parti alterne, questa volta sono stati proprio i 6 assenti, fautori del palcoscenico semi – vuoto. Sia chiaro: laddove un gruppo di consiglieri comunali, di forze politiche o di cittadini avesse contestazioni o critiche da fare sull’operato del Sindaco, ciò sarebbe non solo legittimo, ma auspicabile, in un’ottica di confronto trasparente, in modo che ognuno si assuma piena responsabilità delle proprie posizioni. Purchè si discuta del merito delle questioni. Di tutto questo, ieri sera, non c’è stata traccia. Il timore di tornare presto alle proprie attività o posti di lavoro – fatto, quest’ultimo, che rende questi consiglieri dei privilegiati, senza nemmeno rendersene conto, rispetto a tanti cittadini meno fortunati – è probabilmente la motivazione principale, forse l’unica, che spinge i dissidenti di turno a recitare “mal di pancia” (espressione odiosa); mal di pancia che restano privi di qualsiasi ragionamento o dignità politica. Non solo i consiglieri assenti hanno rifiutato, nei fatti, un confronto a viso aperto con il Sindaco e di fronte alla cittadinanza sulle eventuali criticità o punti di dissenso, ma il tentativo di mascherare politicamente questo comportamento appare ancora più patetico se si legge il loro “documento”, poche righe scopiazzate che valgono meno di una “lista della spesa”, più simili a un improvvisato pensierino da licenza media.
In verità si fatica anche a comprendere la presunta strategia che è alla base di questo ostruzionismo. I sei “malpancisti”, infatti, non hanno presentato un progetto politico autonomo o richieste ben precise, ma pare vogliano mettere in difficoltà il Sindaco Figliolia per dimostrargli che “pesano” qualcosa, nella speranza di essere “ricollocati” nella nuova stagione consiliare … dallo stesso Figliolia! Ovviamente si accettano smentite ufficiali (e credibili), per chi fosse nelle condizioni di farle.
E’ stato detto in tempi non sospetti: una delle principali malattie che colpisce la vita delle Istituzioni, soprattutto locali, è la “ricerca di visibilità” (altra espressione odiosa e politichese), ricerca che a Pozzuoli è tanto maggiore quanto più evidente è l’incapacità dei singoli di stare al passo con l’attivismo e l’impegno quotidiano del Primo cittadino.
A chi gioverebbe il commissariamento del Comune di Pozzuoli pochi mesi prima delle prossime elezioni previste in primavera? A nessuno. Chi subisce i danni della paralisi amministrativa, che già da tempo ha assunto i tratti di un rimpasto di Giunta avvenuto in ritardo e di importanti deleghe lasciate all’immobilismo o rimaste senza assessori (attività produttive e politiche giovanili su tutte)? La Città. Spesso ai cittadini sfugge il senso di alcune assenze, presenze, composizioni o ricomposizioni tatticistiche della classe politica, per mancanza di elementi e di informazioni. Agli attori di questa improvvisata recita non resta dunque che lanciare un semplice appello: buttate giù la maschera e uscite allo scoperto, in modo che ognuno possa farsi un’idea e valutare serenamente le scelte di ognuno. Il Sindaco Figliolia, invece, in qualità di Primo cittadino e di leader di quello che ad ad oggi è l’unico progetto di amministrazione ufficialmente in campo, di scelta ne dovrebbe compiere un’altra: rompere definitivamente i ponti con chi vive su un altro Mondo e non ha più nulla da dare alla vita pubblica di questa città, evitando di rincorrere equilibri che alla lunga finiscono con avere conseguenze negative. E non è (solo) una questione di nomi e cognomi, che vengono dopo, ma di modo di intendere la politica e di costruire nuovi progetti e coalizioni.