FOTO DI PAOLO VISONE
“Diritti, sicurezza, qualità”. E’ stato questo il punto di partenza di un acceso dibattito tenuto questa mattina (sabato 8 febbraio) presso la sala convegni del mercato ittico all’ingrosso di Pozzuoli, organizzato dal sindacato FLAI – Cgil, insieme al Consorzio Co.Ge.Pe.Ca che aderisce a Federpesca.
All’incontro sono intervenuti Giuseppe Mele (Coordinatore regionale del Progetto Pesca della FLAI), Fulvio Giugliano (Presidente del consorzio Co.Ge.Pe.Ca e delegato Campania di Federpesca), Carlo Morra, (assessore del Comune di Pozzuoli con delega alle attività produttive) e Giovanni Minnini (segretario nazionale del sindacato FLAI). L’assessore regionale Daniela Nugnes è stata sostituita dal funzionario regionale Dott.ssa Lidia Toderico, mentre il direttore del mercato ittico Matteo Sperandeo è stato rappresentato dal suo vice. Assenti il comandante della Capitaneria di Porto Andrea Pellegrino e il Sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia. Il pubblico era composto soprattutto da un nutrito gruppo di armatori e pescatori flegrei, per la maggior parte puteolani.
LA VOCE DEI PESCATORI – Nel corso del dibattito sono emerse inevitabilmente le principali criticità di un settore che da anni è a rischio, che soffre nonostante la lunga tradizione locale. Dalla platea i pescatori hanno evidenziato in primo luogo il paradossale sistema di divieti ancora in vigore dopo l’istituzione del Regno di Nettuno, un’area protetta che di fatto ha solo creato disparità tra gli operatori ittici ischitani e quelli di Procida e dei Campi flegrei, penalizzando questi ultimi. “Non ne possiamo più di ricevere verbali per migliaia di euro appena usciamo dal porto”, hanno lamentato i pescatori. Preoccupazioni rispetto alle quali il Segretario nazionale FLAI ha inteso dare in anteprima la notizia di un’evoluzione positiva del ricorso al Tar presentato nel 2008, circostanza che riaprirebbe la partita di una giusta regolamentazione delle attività marinare nello specchio di mare tra le isole e la piana di Cuma, finalizzata alla tutela del patrimonio ittico e a valorizzare la qualità dei prodotti.
Me esistono anche problemi strutturali, come quello dei punti di sbarco. “Il punto di sbarco a Pozzuoli fa schifo e non apre prima delle 3 del mattino! Siamo costretti a scaricare nella confusione più totale, esponendo il pescato ad un tragitto di centinaia di metri prima di trasferirlo nei camion. In questo modo non sono garantite le condizioni di igiene e sicurezza – insistono alcuni tra gli operatori ittici presenti in sala. Il confronto ha assunto caratteri molto franchi. Negli ultimi anni la pesca a Pozzuoli ha subito troppi schiaffi, tra fondi regionali andati perduti e la separazione sempre più evidente di quella “filiera corta” tra pescatori diretti e operatori dei mercati all’ingrosso e al dettaglio.
NON E’ STATA UNA PASSERELLA – I rappresentanti istituzionali presenti hanno dovuto fare i conti con problemi concreti, ammettendo in primo luogo la necessità di superare la divisione di competenze tra Comune, Capitaneria di Porto, Asl e Regione. “Siamo in troppi. Tra un mese dovrebbe essere operativo l’osservatorio sulla pesca, con la partecipazione anche delle organizzazioni sindacali, del consorzio e delle cooperative di pescatori, e ci auguriamo possa diventare un’utile cabina di regia per conoscere, affrontare e risolvere i problemi” ha affermato l’assessore puteolano Carlo Morra, che ha comunque rivendicato che nel mercato ittico all’ingrosso di Pozzuoli tutto ciò che entra viene controllato e le norme sono rispettate.
E’ toccato poi a Giovanni Minnini (segretario nazionale del sindacato FLAI) insistere sul concetto di unità tra pescatori imbarcati e armatori, dimostrando anche umiltà nel raccogliere le istanze del mondo della pesca, e sulla necessità di adeguarsi ai tempi moderni e alle nuove normative, puntando sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale. “Se non cambiamo, la pesca rischia di morire tra 10 anni. Il mare va difeso perché è il nostro pane”. Un’esortazione accompagnata dall’impegno di tornare sul territorio a breve con un’assemblea allargata anche ad altri operatori di Procida e di tutto il litorale flegreo, proprio a partire dalle ultime novità relative alla contestata questione del “Regno di Nettuno”.
L’assemblea si è infine conclusa con la significativa distribuzione tra i pescatori di scarpe antinfortunistiche.