Il giorno dopo gli eventi sismici (nell’ordine) di mg 3.5, 4.4. 3.9 e 3.6 del 20 maggio 2024, Pozzuoli fa la conta dei danni. Per fortuna nessun ferito. Al momento (h. 16.00), secondo quanto comunicato dalla Prefettura, si contano 18 edifici sgomberati, ubicati nel Centro Storico e a Pozzuoli alta, a via Pisacane, a via Roma, a via Rosini. per un totale di circa 40 famiglie coinvolte. Le segnalazioni giunte al Comune per chiedere controlli specifici sono circa 400. Ma le abitazioni che appaiono lesionate sono molte di più. E stanotte nelle case di Pozzuoli Centro hanno dormito in pochi. Alcuni hanno trovato riparo nei centri di raccolta allestiti dalla Protezione Civile, 6 in tutto. Altri in macchina. Molti sono stati ospitati da amici e familiari, nel resto della città. I numeri sono in costante aggiornamento. Oggi sono rimaste chiuse le scuole per controlli, come il cimitero. Chiusi i siti archeologici, come da protocollo. Trasferite le detenute del carcere femminile, per precauzione. Chiuso anche il mercato ittico all’ingrosso, la cui struttura è stata dichiarata pericolante. Un danno, quest’ultimo, di natura economica particolarmente rilevante, premonitore di una possibile e scongiurabile crisi più generale. Questa mattina, tuttavia, c’è stata l’apertura di molte attività commerciali, e un atteggiamento lucido e dignitoso da parte di molti cittadini. Ora però l’incognita è totale. Il bradisismo ha un comportamento che non si può prevedere. Mentre la politica e lo Stato avrebbero dovuto, almeno dallo scorso autunno, mettere in campo azioni e risorse per avviare un percorso reale di recupero e messa in sicurezza degli edifici, per garantire una prospettiva di convivenza con il fenomeno. Cosa che al momento non è stata fatta. Anzi, è stata respinta da Governo e maggioranza del Parlamento.
Pozzuoli e i Campi Flegrei possono tremare, ma non devono morire. Lo si dica forte nei prossimi giorni a tutti i livelli istituzionali. Oltre alle tende, alle brandine e alle probabili destinazioni in albergo, ci vogliono controlli veloci e soldi veri per rendere il territorio resistente alle scosse. Tutto il resto è solo commiserazione, impegno di circostanza e lenta condanna a ciò che decide il vulcano.