Il consiglio comunale tenuto ieri, venerdì 27 aprile, ha visto dopo una maratona di circa 12 ore l’approvazione di alcuni atti fondamentali per la vita amministrativa del Comune, ma ha anche segnato una lacerazione politica interna alla maggioranza uscita dalle elezioni di appena 9 mesi fa. Sono stati approvati il Programma triennale delle Opere pubbliche per il periodo 2018/2020 con l’elenco annuale dei lavori; il DUP (Documento Unico di Programmazione) sempre con riferimento al periodo 2018-2020; il Bilancio di Previsione Finanziario 2018-2020. Atti strategici, di programmazione, che tuttavia – nel caso del DUP e del Bilancio – sono stati approvati con soli 12 voti a favore (compreso quello del Sindaco), 8 astensioni e 4 voti contrari, mentre un consigliere è risultato assente. Una maggioranza relativa, dunque, che stavolta è stata sufficiente a far passare gli atti per esplicita previsione del regolamento, ma che di norma non potrebbe garantire la vita amministrativa della Giunta e dunque del Consiglio Comunale.
Nel dettaglio, sono rimasti “fedeli” al Sindaco Figliolia i consiglieri Amirante, Pennacchio, Del Vaglio, Daniele, Pastore, Maione, Pafundi, Tozzi, Fenocchio, Cutolo, Scotto Di Minico; si sono astenuti Manzoni, Caiazzo, Testa, D’Orsi, Amato, Sebastiano, De Simone, Cossiga; hanno votato contro Postigiloine, Caso Critelli e Giacobbe. la spaccatura, dunque, è stata in alcuni casi trasversale ai partiti e alle liste di originaria appartenenza, e viene certificata dopo la scelta di non partecipare ai due precedenti consigli comunali da parte degli 8 “dissidenti” (ai quali, però, per chiarezza di informazione, va aggiunto il consigliere Villani, ieri assente, e tolto il consigliere Cossiga, eletto all’opposizione e oggi considerato possibile nuovo interlocutore di Figliolia).
Un gioco di schieramenti che molti cittadini faranno fatica a seguire, anche perchè a parte alcuni emendamenti presentati ieri allo scopo di dare una “veste politica” alla crisi, a motivare l’astensione ci sono state in diversi interventi parole come “mancato rispetto” e “poca visibilità”, espressioni a metà strada tra una fiction sky e un telefilm adolescenziale. Con la scelta di restare in aula e di astenersi, gli “otto” (o “sette”, o “nove”? … ) hanno voluto ufficializzare la crisi politica, ma senza provocare conseguenze immediate e dirette sul piano istituzionale. Il dato oggettivo, in ogni caso, è che il sindaco Figliolia al momento non ha una maggioranza certa. Forse ne ha una diversa, ma andrebbero trovate le forme per capirlo e per farlo capire alla cittadinanza. Questo, almeno, se la politica utilizzasse criteri logici e normali e fosse nelle condizioni di comunicare le cose così per come sono. Non è da escludere, invece, che per un po’ di tempo le Istituzioni di Pozzuoli – tutte quante, Giunta e Consiglio Comunale – navigheranno a vista, con un freno a mano sulle grandi scelte per la città e un inevitabile rallentamento dell’azione amministrativa. Fino a quando qualcuno degli attuali protagonisti penserà che gli convenga andare a votare.