Dai rilievi effettuati dall’Arpac (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania) nel lago di Lucrino tra febbraio, marzo e luglio del 2013 non si evince la presenza di elementi che possono ricondurre a rifiuti tossici. I luoghi interessati da queste analisi sono la foce del lago Lucrino, il centro del lago e lo scarico delle terme “Stufe di Nerone“.
Nella nota firmata dal responsabile territoriale dell’Arpac (protocollo n. 61485/2013) si fa invece riferimento a presenza di arsenico e idrocarburi sulla superficie dell’acqua in quantità definite “ammissibili”. La concentrazione di arsenico è “da attribuire con una elevata probabilità alla naturale presenza piuttosto che a eventi di inquinamento”; elemento infatti riscontrato anche nel lago d’Averno e da ricondurre all’origine vulcanica dello specchio d’acqua. Quanto agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), essi sono “da attribuire con buona probabilità all’intenso traffico veicolare che interessa le aree circostanti del lago”, ma anche a combustioni di fogliame, legname, combustibili fossili, provenienti da camini industriali o caldaie domestiche. Gli idrocarburi si ritrovano nell’aria e veicolati dal vento e dalla pioggia, finiscono per depositarsi sulla superficie dell’acqua. Nella nota, l’Arpac fa riferimento anche ad un esame approfondito dei sedimenti del lago compiuto nel 2009 e dal quale è emersa la presenza di “fanghi di dragaggio” identificati come “rifiuti speciali non pericolosi”.
Il sindaco Vincenzo Figliolia ha dichiarato che “l’amministrazione sta valutando assieme all’Arpac e alla commissione regionale Bonifiche ed Ecomafie, l’opportunità di predisporre rilevamenti più approfonditi”, mentre l’ assessore all’Ambiente del Comune di Pozzuoli di Pozzuoli Franco Cammino afferma: “Siamo in attesa dalla Regione di sapere quanto potranno essere effettuati i telerilevamenti a Licola Mare con l’utilizzo di droni in modo da individuare eventuali aree sospette o anomale della superficie del terreno e intervenire con i mezzi adatti per gli scavi e con i tecnici dell’Arpac.”
Un’attesa, quella di ulteriori e più approfonditi prelievi ed analisi, che coinvolge sicuramente tutta la cittadinanza e che resta condizione essenziale per futuri interventi di bonifica.