Si è tenuta venerdì pomeriggio 14 febbraio, nel salone della concattedrale San Paolo di Monterusciello, la conferenza programmatica su “politiche abitative, recupero e rigenerazione urbana” organizzata dal Sunia (Sindacato degli inquilini). Oltre 200 persone, in larghissima parte residenti a Monterusciello, hanno preso parte a quella che si è trasformata subito in un’accesa assemblea, alla presenza di numerosi rappresentanti politici e istituzionali. Tra questi: il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, l’assessore comunale di Pozzuoli al Patrimonio Roberto Gerundo, i consiglieri regionali Pasquale Giacobbe (presidente della quarta commissione, che si occupa anche di urbanistica e lavori pubblici) e Lello Topo, l’europarlamentare Andrea Cozzolino (in qualità di referente per i fondi europei Agenda 64).
I lavori sono stati introdotti da Gaetano Palumbo (responsabile flegreo del Sunia), impegnato quotidianamente nella tutela degli inquilini e degli assegnatari di alloggi pubblici a Monterusciello, che ha esordito esponendo i problemi legati alla vivibilità del quartiere. Problemi ben conosciuti dai cittadini che hanno affollato la sala, che riguardano sia il degrado urbano, che quello abitativo: cura e manutenzione delle strade, potatura degli alberi, mancato funzionamento dei semafori, ma soprattutto, condizioni degli alloggi ormai al limite della vivibilità e della dignità umana.
UNA PLATEA DIFFICILE DA GESTIRE – In tempi di crisi economica e politica, se si parla di un tema come la casa Monterusciello può diventare una polveriera. Agli organizzatori va dato atto di aver fatto di tutto per evitare che la situazione degenerasse, tra la legittima insofferenza di chi vive da quasi 30 anni in case sempre meno adeguate, e le interruzioni decisamente “fuori tema”. Nella sua relazione introduttiva Gaetano Palumbo ribadisce la richiesta del suo sindacato di una Carta dei servizi, che affermi a Monterusciello regole e legalità attraverso l’anagrafe delle utenze, l’espletamento delle sanatorie sulle morosità e il monitoraggio del quartiere per porre fine alla compravendita illegale degli alloggi. Palumbo chiede tra l’altro al Prefetto “di convocare una Conferenza dei Servizi, alla quale partecipi l’agenzia delle Poste, il consorzio C.T.P. SEPSA e le Forze dell’Ordine, affinché Monterusciello non sia un luogo abbandonato, ma collegato e integrato con Pozzuoli Centro” e si rivolge direttamente ai cittadini ricordando che “i diritti possono essere richiesti e fatti rispettare solo se si osservano i propri doveri”, con esplicito riferimento all’alto tasso di morosità non ancora sanata nel pagamento dei canoni locativi.
Tocca poi ad Antonio Giordano, segretario regionale del Sunia, affrontare per primo il tema che preme più di tutti: “non basta la manutenzione ordinaria, le strutture abitative vanno fatte da capo!” E aggiunge: “è possibile vendere un patrimonio che sta cadendo a pezzi? Dobbiamo riparare ad un errore storico, le case a Monterusciello sono state fatte male”. In realtà più che “fatte male” le case nacquero espressamente come “provvisorie” (per 15-20 anni), al punto che qualcuno tra i relatori le equipara a “containers“. Ad insistere sull’ipotesi del piano di abbattimento e ricostruzione è l’europarlamentare Cozzolino, secondo cui sarebbe possibile oggi più di ieri “dirottare una parte delle risorse comunitarie per la riqualificazione urbana, facendo rientrare la ricostruzione di Monterusciello tra le priorità nazionali”. Una promessa che strappa applausi, ma suscita anche qualche perplessità: “siamo già in campagna elettorale per le europee”, si ascolta tra il pubblico. Ad esporre e sostenere il contenuto del piano casa regionale è anche Pasquale Giacobbe. Il piano prevede l’ipotesi di finanziamenti pubblici e partecipazione di privati. Gli imprenditori edilizi potrebbero essere incoraggiati dalla possibilità di costruire fino al 50% in più delle case esistenti, mettendo la parte aggiuntiva sul mercato.
Gli interventi dal pubblico sono oltre una decina. Molti con toni esasperati, altri più pacati, si somigliano tutti nell’evidenziare i propri disagi: dalle infiltrazioni d’acqua, alle difficoltà di pagare le utenze, fino al paradossale pericolo rappresentato dal materiale lasciato incustodito nel cantiere (al momento bloccato) degli 80 alloggi adiacenti al Lotto 3. Mentre Il consigliere comunale Elio Buono sottolinea che “va detta la verità” e che è impossibile per il Comune stanziare dai propri bilanci fondi sufficienti alla ricostruzione, da finanziare necessariamente con l’intervento di altre Istituzioni dello Stato, una signora dal pubblico chiede però ad alta voce: “ma quando c’erano i soldi, cosa ha fatto la Romeo!? (n.d.r. società privata che ha gestito la manutenzione del patrimonio immobiliare di Monterusciello dal 1999 alla metà degli anni 2000).
L’OPERATO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER MONTERUSCIELLO – “A Monterusciello non ci sono solo le case”. Parte da questo assunto l’assessore di Pozzuoli Gerundo per illustrare le azioni messe in campo dall’attuale amministrazione comunale per riqualificare tutto il quartiere, fatto anche di terreni inutilizzati, piazze vuote ed edifici pubblici abbandonati. “Non serve a niente costruire nuove case se tutto il contesto intorno resta degradato. Inoltre – sottolinea l’assessore – in un quartiere pubblico al 100%, impossibile da gestire per l’Ente, è improbabile che qualcuno verrà ad investire per costruire“. Ed ecco l’elenco di alcuni primi lotti di terreni o strutture che sono state vendute o per le quali alcuni soggetti privati hanno manifestato interesse, per l’insediamento di discount, attività commerciali o artigianali, tra le quali l’ex Scuola di Via Rosai, il mercato di Via Saba, i suoli adiacenti a Via Brancati e al Lotto 1 bis.
A rimarcare la distinzione tra programmazione a lungo termine e opera di manutenzione urgente è infine il Sindaco di Pozzuoli Figliolia. Gli edifici di Monterusciello non sono ancora insicuri dal punto di vista statico, ma occorre “fare presto e fare delle scelte”. Il primo cittadino annuncia che nel prossimo bilancio comunale saranno destinate “somme importanti per dare risposte temporanee ai casi più critici, mettendo in sicurezza alcuni lotti e garantire la vivibilità”. Ma è sull’ipotesi di abbattimento e ricostruzione che Figliolia frena, anche con un certo coraggio rispetto alle aspettative maturate nel corso della serata: “E’ un ragionamento da fare, ma che va contestualizzato alle condizioni di oggi che vive la popolazione del quartiere. Ho forti perplessità sulle ricadute sociali di un piano di ricostruzione. Ammesso che troviamo qualche imprenditore disposto a fare business, i canoni in queste nuove abitazioni potrebbero triplicare, con ricadute anche sui legittimi assegnatari che oggi pagano regolarmente!” Ragion per cui il Sindaco invita a programmare bene e con il confronto tra tutti, un simile intervento, con la consapevolezza che per Monterusciello nessuna soluzione potrà essere individuata senza “l’assunzione di responsabilità di chi ricopre ruoli istituzionali ed il coinvolgimento nelle scelte da parte dei cittadini e delle organizzazioni sindacali di inquilini”.
Un pensiero, quest’ultimo, assolutamente condivisibile, ancor più dopo 30 anni di errori e di problemi lasciati sotto il tappeto, aggiungiamo noi.