A Pozzuoli è stato finalmente redatto il piano antenne. L’approvazione, come già riportato, è stata effettuata nella seduta consiliare dell’11 marzo, ma la pubblicazione è avvenuta con un netto ritardo, solo nella seconda decade di aprile sul sito comunale.
La spiegazione del piano l’ha offerta l’assessore Roberto Gerundo in Consiglio comunale: “Prima l’amministrazione rifiutava quasi sempre di concedere i permessi, senza aver mai pianificato nulla, e puntualmente otteneva l’effetto contrario perdendo i ricorsi in sede giudiziaria”. Una spiegazione che offre spunti ma soprattutto numeri importanti dopo il primo censimento effettuato: 43 impianti esistenti nati tra permessi del Comune, sentenze e poteri sostitutivi della Regione Campania.
I DETTAGLI DEL PIANO – Il piano prevede ora 15 siti comunali dove poter installare gli impianti radio base: una a Monterusciello nord (PalaTrincone) e uno a Monterusciello sud vicino all’uscita della Tangenziale; Galleria e Stadio comunale (dove stanno costruendo il campo da tennis) ad Arco Felice; Cimitero, Parco attrezzato di via Vigna, Torre Toledo, Rione Terra e Cava Reggia a Pozzuoli; Licola mare, Licola Cuma, Reginelle. Via Campana, Serbatoio Cigliano e Serbatoio S. Gennaro le zone restanti. Da notare che nei luoghi in ristrutturazione l’installazione avverrà nella muratura per occultarla. “Abbiamo predisposto aree nostre per facilitare i controlli – continua l’assessore – Incentiveremo con tariffe agevolate lo spostamento dai siti preesistenti al piano, garantendone la priorità cronologica. Sarà un passaggio obbligato per gli impianti costruiti su manufatti abusivi. La delocalizzazione coattiva non è una strada percorribile dal punto di vista della normativa”. Gli impianti dovranno essere disposti a distanze precise, in particolare per i centri sensibili (ospedali, scuole, centri anziani e centri di assistenza), archeologici o naturalistici almeno 50 metri. I limiti metrici disposti dal Comune si aggiungono ai limiti di misurazione previsti dalla normativa nazionale 6 V/m (Volt/metro). I gestori, con cui è stata concertata la pianificazione (Tim, Vodafone, H3G e Wind), avranno l’obbligo di delimitare le aree pericolose, rispettare i parametri e curare la fase progettuale (architettura, analisi degli impianti elettromagnetici e relazione paesaggistica), oltre ovviamente al rispetto della normativa. La sanzione per una prima violazione sarà la sospensione del funzionamento con invio degli atti al giudice, in caso di recidiva c’è la rimozione immediata dell’impianto. Il controllo può essere effettuato dal Comune con l’Arpac (soprattutto nella fase iniziale dell’installazione dove si effettueranno test a massimo regime), dal Comune con mezzi propri (verrà istituito un ufficio apposito) o con l’ausilio di tecnici esterni/società del settore. Proprio sull’aspetto della vigilanza il Consiglio comunale ha introdotto un emendamento per far sì che l’introito derivante dalle tariffe venga destinato ai controlli, oltre che alla costituzione dell’ufficio apposito come previsto già nell’atto approvato in Giunta.
Ad ogni modo su una materia come quella dell’elettromagnetismo, dove ancora non si sono raggiunte certezze circa il nesso causale con malattie molto gravi, è il caso che l’amministrazione incontri i cittadini dei siti interessati e spieghi le proprie scelte, i rischi e le conseguenze possibili. Un’assunzione di responsabilità che ad oggi non può mancare.