(FOTO di Paolo Visone)
Di tutto il Centro Storico di Pozzuoli, è forse oggi tra i luoghi più “anonimi”. Piazza “2 marzo 1970”, così intitolata per ricordare il giorno dell’evacuazione del Rione Terra, appare quasi sempre vuota, frequentata in modo distratto, per lo più da qualche gruppo di giovanissimi.
Eppure, il giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 19 gennaio 2013 alla presenza di autorità amminiustrative e religiose, le aspettative erano diverse. La restitutuzione di questo spazio pubblico ai cittadini fu salutata positiviamente come primo atto di riqualificazione del Centro Storico e come primo pezzo dell’area del cantiere del Rione Terra che arretrava e lasciava il posto alla pubblica fruizione senza limitazioni di giorni e di orario.
LE CRITICITA’ – Il problema è che dopo 4 anni questo spazio non ha una funzione urbanistica ben precisa. Fatta eccezione per l’organizzazione di qualche evento musicale di rilievo – ricordiamo su tutti il concerti di James Senese e Marcello Colasurdo durante la rassegna natalizia del 2014 – gli esempi di significativo utilizzo pubblico non sono moltissimi. Esiste, inoltre, un problema di manutenzione ordinaria, aggravato dall’inciviltà dei frequentatori occasionali, nonostante la presenza di telecamere. Una criticità, quest’ultima, confermata e affronatata anche dal Sindaco Vincenzo Figliolia, che in un recente post sulla sua pagina istituzionale fb – dopo l’intervento di pulizia delle fontana – ha esortato i cittadini “a preservare i nostri beni e ad avere rispetto dei luoghi della nostra comunità”.
COME INTRVENIRE? – Vivacizzare Piazza “2 marzo 1970” è necessario per non disperdere i risultati di immagine raggiunti dopo il restyling di Piazza della Repubblica e delle sue principali diramazioni. Operazione che può diventare più facile se si riesce a legarla alla riapertura effettiva e alla rifunzionalizzazione dei locali che circondano la piazzetta, indicati come isole 22, 23 e 25 del Rione Terra. Secondo i piani quegli edifici sarebbero stati destinati ad uffici della Soprintendenza o del Comune, poi si è preferito lasciare le cose ferme in attesa di un ragionamento complessivo sul bando di gestione dell’intero patrimonio immobiliare del Rione, bando ora più necessario che mai. Le ipotesi di destinazione d’uso possono essere diverse – dall’opzione ricettiva a quella professionale – ma sarebbero preferibili, a parere di chi scrive, soluzioni che puntino ad attività lavorative capaci di inseririsi nel contesto del Centro Storico in modo “produttivo”, non parassitario, meglio ancora se co-responsailizzate nella cura e pulizia ordinaria della piazza. In modo da porre fine all’attuale paradosso di un luogo pensato per favorire la memoria storica dei puteolani e che invece pare senza identità.