Recuperare le fonti orali per ricostruire la storia. Una storia scomoda, di cui si è cercato di cancellarne le tracce e la memoria, che riappare con tenacia nelle pagine di “ Todo Cambia”, come canta Mercedes Sosa. Gennaro Carotenuto, scrittore e commentatore di storia politica contemporanea su media europei e latino – americani si cimenta in un’opera audace: ricostruire la storia dell’America latina per sciogliere stereotipi consolidati sul Continente, attraverso fonti e testimonianza giudiziarie inedite.
Protagonisti i figli dei desaparecidos in Argentina, Cile, Uruguay. “Quello che voglio contribuire a raccontare – commenta l’autore – è una storia successiva, un postumo, una conseguenza di quella lotta all’epoca delle dittaure e del terrorismo di Stato”. La storia che emerge dai racconti dei figli dei desaparecidos è una storia che ha a che vedere con i percorsi dell’impunità e della giustizia, da una ricerca della verità storica che sia individuale e collettiva e che nell’ultimo decennio ha permesso di uscire dal cono d’ombra dell’impunità e dell’oblio nel quale era stata relegata. “Coprire un vuoto storiografico legato all’affermazione e alle forme del terrorismo di Stato in America latina per restituire la verità”, commenta così Gennaro Carotenuto la sua difficoltosa ricerca per far tornare la luce su quelle fonti culturali fondamentali nei processi per crimini di Stato.
Ma c’è di più. L’autore vuole mostrare come si è giunti all’orrore di Stato, a quella dittatura che dal Cile ha esportato, negli anno ’60, il suo modello di eliminazione sistematica dell’opposizione su scala sub-continentale. L’autore opera poi un lavoro di oltrepassamento per capire il legame tra le politiche neo-liberiste statunitensi e l’affermazione dei processi di democratizzazione in Sud America, a cui non è seguita l’estensione delle politiche sociali in un sistema forse troppo disarticolato. “E’ una storia – commenta il sindaco di Napoli Luigi De Magistris – che mostra come la violenza criminale possa diventare uno strumento di legalità , come i crimini di Stato abbiano assunto una sorta di legalità nella storiografia ufficiale. E’ fondamentale recuperare la memoria storica per restituire giustizia e verità”.
Allora come oggi è necessario mantenere alta la soglia di attenzione per evitare che la disinformazione e la propaganda, humus vitale per i regimi dittatoriali, possano impinguare nuove forme di terrorismo di Stato, che oggi passano e si plasmano attraverso i media. Il pericolo, emerge dal saggio, appare più che mai attuale. In America Latina si è assistito ad un ‘operazione di biopolitica di sparizione delle persone, delle fonti culturali, per far emergere una sola verità di Stato; oggi lo scenario è mutato e la bio-politica ha a che fare sempre di più con la legitttimazione di pratiche di sottomissione mosse da fini esclusivamente economici. Un nuovo imperialismo, che fa della minaccia terroristica il proprio vessillo.