Il regolamento per l’osservatorio sul lavoro nero, approvato in consiglio comunale la scorsa settimana (seduta del 30 settembre) è un grande passo in avanti per la lotta al lavoro irregolare nella nostra città. Non c’è bisogno di essere un ispettore del lavoro, infatti, per riconoscere che a Pozzuoli il lavoro nero sembra quasi diventato la norma. I più colpiti da questa piaga sono i giovani che lavorano nei bar, nei ristoranti e nei pub sempre affollatissimi.
Per renderci conto della gravità del fenomeno è giusto dare qualche numero. I dipendenti irregolari nei negozi commerciali (abbigliamento e vari) spesso non arrivano nemmeno a guadagnare 500 euro al mese, per sei giorni a settimana, per otto ore al giorno. Praticamente meno della metà che dovrebbero percepire per regola. Per pub e ristoranti la situazione non migliora: 40 euro in media per chi lavora sabato e domenica, con turni dalle 17.00 di pomeriggio alle 5.00 di mattina. Dieci ore di lavoro, di cui la metà dopo mezzanotte, facendo un banale calcolo parliamo di 4 euro l’ora. A ferragosto lo “straordinario” è stato di 25 euro in più. Senza considerare, ovviamente, zero tutele da malattia, niente ferie e nessun contributo pagato. Ad onor del vero un simile lavoro, anche per chi lo fa da tempo, non potrebbe nemmeno servire per il curriculum. E’ questa la situazione che ci troviamo ad affrontare. Se da un lato è vero che i commercianti sono sempre più bastonati dalle eccessive tasse, e che oggi a Pozzuoli sono molti i giovani imprenditori che in questi ultimi anni hanno fatto salti mortali e tanti sacrifici per stare con “le carte a posto”, dall’altro lato non si può pretendere che l’imprenditore colmi il gap economico con il sudore dei tanti ragazzi, che spesso con quei soldi ci pagano le tasse universitarie e cercano di gravare meno possibile sulla famiglia. La nostra ferma convinzione nel combattere il lavoro nero è anche frutto di una riflessione economicamente valida: a fronte di un imprenditore, che non avendo sufficienti energie economiche per mettersi in regola, è costretto a chiudere, l’utenza sarà maggiore per chi, con sufficienti capitali economici, riesce ad avere tutto in regola. In soldoni: il movimento di persone e di consumatori non è direttamente proporzionale al numero di attività presenti sul territorio.
Dopo aver fatto questa panoramica soffermiamoci sul regolamento approvato dall’amministrazione comunale. L’osservatorio avrà una funzione di consulenza con compiti di studio e programmazione. Potrà sottoporre alle valutazioni della giunta comunale e dell’organo consiliare le iniziative ritenute più idonee per fronteggiare il fenomeno. La composizione è variegata: dai commercianti ai sindacati, fino a rappresentanti dell’INPS e ufficio provinciale del lavoro, consiglieri comunali e un membro del forum dei giovani. Il regolamento, quindi, crea sostanzialmente una scatola da riempire con contenuti e proposte.
Il Forum dei Giovani, nella sua ultima seduta (del 27 settembre), ha approvato un documento (peraltro in sintonia con una mozione protocollata al Comine di Bacoli da alcuni consiglieri di oppozione), su proposta dall’associazione Noi Re(si)stiamo Qui, che contiene già alcuni suggerimenti pratici: tra i più importanti spicca sicuramente la collaborazione che l’amministrazione deve avviare con gli ispettori del lavoro. Si propone di stipulare appositi protocolli d’intesa, per la creazione di un’unità di contrasto al lavoro nero (definita Unità per la Legalità), che su segnalazione dell’osservatorio effettui controlli e ispezioni per verificare la regolarità dei contratti.
Altro capitolo da approfondire è quello legato alla “fiscalità di vantaggio”. Prevedere la revoca della licenza a chi più volte ha promosso il lavoro irregolare e applicare lo stesso principio per i bandi pubblici e per le concessioni: prevederne le revoca (o vietarne il rinnovo) laddove i datori di lavoro non abbiano rispettato le norme sulla contrattualizzazione dei dipendenti. Se da un lato è giusto colpire chi non sta in regola, dall’altro è anche legittimo prevedere che chi rispetta la legge abbia delle simboliche ma significative agevolazioni. Il regolamento sull’occupazione di suolo pubblico già va in questa direzione, ma solo in minima parte. Questo prevede che chi ha un minimo di 5 dipendenti in regola può usufruire di uno sconto del 10% sulla rata per l’occupazione di suolo pubblico. Una giusta direzione, nonostante sia ancora poco, perché la maggior parte degli esercizi commerciali come lounge bar, pub e negozi, non arrivano nemmeno ad avere 5 dipendenti. La nostra proposta, oltre ad effettuare uno sconto per l’occupazione di suolo pubblico a chi ha 3 dipendenti in regola e non cinque, prevede anche che nei bandi di gara pubblici vi siano quali criteri di qualità con valore preponderante, quelli di maggior numero di occupati e del maggior numero di contratti di lavoro di natura dipendente ed a tempo indeterminato. In pratica favorire tutte quelle aziende che negli anni hanno dato lavoro regolare e soprattutto stabile, premiando per una volta gli onesti cittadini. Questo affinché i commercianti vedano il mettersi in regola non come un salasso da sopportare ma come un’opportunità di maggiore guadagno.
La proposta presentata dal forum dei giovani prevede anche uno sportello d’ascolto e supporto atto a ricevere le segnalazioni anche in forma anonima, sulle condizioni di lavoro nero, sottopagato ed irregolare. Questo sportello provvederà e riferire alle autorità competenti.
La strada intrapresa dall’amministrazione, preceduta da anni di rivendicazioni e campagne di sensibilizzazione sul tema promossi dal mondo dell’associazionismo e sindacale, sebbene sia solo all’inizio, è quella giusta, adesso si deve cercare quanto più possibile (ascoltando più voci in gioco) di rendere l’osservatorio contro il lavoro nero uno strumento funzionale, che punisca chi non rispetta le regole ma offra cospicui vantaggi a chi ha deciso di seguire la strada della legalità. Anche gli imprenditori sono attori importanti per lo sviluppo di questa terra ed hanno anche loro grandi responsabilità. Non dimentichiamolo.