I bagnanti documentano condizioni delle acque disastrose, le Istituzioni preposte rilasciano comunicati e firmano ordinanze mutevoli nel giro di pochi giorni. Il balletto della balneabilità non è una novità di quest’anno e nei giorni di agosto non ha risparmiato Pozzuoli e i Campi Flegrei.
A Lucrino, 3 giorni fa sono state segnalate criticità tali da far sconsigliare il bagno agli stessi gestori delle attività balneari, con tanto di cartello. Una situazione che ha indotto il Comune di Pozzuoli a chiedere l’intervento dell’Arpac. E quest’oggi, 20 agosto, il sindaco Manzoni ha comunicato dalla sua pagina istituzionale fb che “dall’analisi degli 8 campioni prelevati nel tratto di mare tra Arco Felice e Lucrino, l’ARPAC non ha rilevato alcuna difformità rispetto ai valori di sicurezza per la balneabilità delle acque”.
Topi morti e chiazze marroni sono stati segnalati negli stessi giorni anche nei pressi di Nisida, come risulta dai video pubblicati anche su organi di stampa nazionale. E anche in questo caso si è in attesa dei risultati della analisi Arpac.
Il tratto di Licola Mare, per la precisione nella porzione che va dal confine amministrativo tra Pozzuoli e Giugliano fino alla foce dei canali, è stato di nuovo dichiarato non balneabile dal 18 agosto, a seguito di campioni prelevati dall’Arpac nell’ambito dell’ordinario monitoraggio. L’area in questione è stata classificata balneabile a inizio stagione, con livello “sufficiente”, ed è quella più vicina alle foci dei canali “dei Camaldoli” e “di Quarto”, che attraversano ampi territori dell’entroterra napoletano.
La spiegazione tecnica più verosimile a questi repentini cambi di condizione delle acque è legata alle violente piogge di ferragosto. O meglio, all’incapacità del nostro sistema fognario, progettato in tempi durante i quali la popolazione residente era ben inferiore a quella attuale, di reggere il carico di acque piovane. Nonostante gli interventi del recente passato che non hanno risolto i problemi strutturali. La presenza di scarichi abusivi e la manutenzione dei canali discontinua o insufficiente, producono quel mix di condizioni che favoriscono lo scarico a mare di acque bianche miste ad acque nere. Un problema che riguarda tutta la città metropolitana di Napoli e la Regione Campania e che si manifesta, a giorni alterni, lungo le coste puteolane e flegree.
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