E’ stato un successo il ritorno sulla scena del regista napoletano Mario Martone che a Venezia ha presentato il suo ultimo film, Il giovane favoloso, biopic intenso ed emozionate dello scrittore cardine di fine ‘800 Giacomo Leopardi.
La trama segue la vita del poeta marchigiano passando tra amori, passioni, delusioni e la classica malattia che lo porterà ad una drastica deformazione fisica. La scena si apre con tre ragazzini che giocano in un giardino. Sono i fratelli Leopardi, figli del conte Monaldo. Giacomo, il più perspicace ed intelligente, ma anche il più cagionevole a livello di salute, cresce nelle mura di casa provando un forte sentimento di odio e di rancore nei confronti dei genitori. Allevato, infatti, da una madre insensibile ed austera e da un padre convinto che l’unico scopo dei figli sia lo studio, Giacomo passa l’infanzia e l’adolescenza nella speranza di fuggire di casa alla ricerca degli ambienti letterari che ha sempre sognato. Raggiunta l’età di ventiquattro anni, Giacomo riesce a lasciare Recanati alla volta di Firenze. Qui conosce Antonio Ranieri, colui che diverrà il suo unico amico. Sempre a Firenze si invaghisce di Fanny Targioni Tozzetti, un’aristocratica che, però, non ricambia il sentimento provato dal poeta. Giunto a Roma, si rende conto che anche qui la sua dote letteraria non è apprezzata dagli intellettuali ed esponenti di quello che diverrà un vero e proprio movimento basato sulla ricerca della felicità: il noto positivismo scientifico. Per le teorie pessimistiche di Leopardi non c’è spazio. Dopo lo scoppio del colera, Giacomo, ormai deforme, si ritira a Napoli insieme all’ormai celebre amico Ranieri. Qui compone La ginestra, la famosissima poesia che rappresenterà il pensiero conclusivo di uno degli autori più imponenti della letteratura e della filosofia italiana e mondiale.
E’ un’esperienza empatica l’ultima opera di Martone. Il Leopardi del regista napoletano ha la capacità di penetrare l’essenza dello spettatore, mostrando – al di là del classico pessimismo -una voglia di vivere e di felicità che poco traspare nella cultura scolastica, solita nel mostrarlo come un autore tanto grande quanto insensibile, oscuro. Il Leopardi di Martone è un uomo alla ricerca della giovinezza ormai svanita. Un uomo che è stanco di vivere su carta e che vuole provare emozioni, passioni, sensazioni terrene e non più oniriche e letterarie. Ma il Leopardi di Martone è anche un uomo dotato di un’ironia attuale e moderna. Ogni cosa viene analizzata con il dubbio, l’unica fonte di verità in un contesto dove tutto è forgiato dai sensi ingannevoli. Tralasciando l’essenza del protagonista rappresentato, Il giovane favoloso si presenta come un film d’altri tempi. Il lessico, perfettamente studiato e le immagini incantevoli di una Recanati, Firenze, Roma e Napoli fine ottocentesche, rendono il film di una bellezza unica e incantata, dove colui che guarda si immerge persino nei suoni e nei colori di un mondo ormai lontano.
Come detto, gli aspetti tecnici sono tutti ottimi, se non eccellenti. Incantevole, straordinaria, eccellente la rappresentazione sullo schermo di Leopardi da parte dell’attore Elio Germano. Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Il giovane favoloso è un film più che favoloso, da Oscar.