RUBRICA DI CINEMA / Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores

bg4

Michele è il classico adolescente preso in giro dagli amici di scuola ed innamorato di una ragazzina che neanche si accorge della sua presenza. Questa routine si spezzerà quando il giovane protagonista si renderà conto di avere il superpotere di diventare invisibile. Da quel momento cambierà ogni cosa.

Dal dramma alla commedia, Salvatores porta nelle sale un fantascientifico dai marcati accenti commediali. Il risultato è meraviglioso.

E’ da un po’ che la cinematografia italiana si avvia, con passi da lumaca, a generi più internazionali, dimostrando che ne è capace anch’essa, seppur senza i colossali budget americani o stranieri in generale. Lo vediamo qui con Salvatores alle prese con il suo primo film sci-fi, ma lo abbiamo visto anche all’ultimo Festival di Cannes con Garrone ed il suo fantasy-horror Il Racconto dei Racconti. Ebbene sì, anche in Italia il cinema sta esplorando generi e tecniche nuove, abbandonando gli obsoleti studi di Cinecittà, i generi e le pellicole che l’hanno reso immortale. Il risultato, come detto, è lento ma ineguagliabile. Ineguagliabile proprio perché ad un dramma sci-fi come Il Ragazzo invisibile, Salvatores riesce a dare la sua impronta da maestro d’autore italiano, mostrando come, anche in un paesino del Bel Paese, possa nascere un ragazzo con poteri sovrannaturali.

Creato con un budget di circa otto milioni di euro, Il Ragazzo invisibile segna la sesta collaborazione tra il regista partenopeo, da anni residente a Milano, e l’attore Fabrizio Bentivoglio. Di recente i rumors su un possibile seguito sono stati confermati dallo stesso director che ha acconsentito alla seconda stesura della pellicola.

Inutile soffermarsi sugli aspetti tecnici che, come in tutti quelli di Salvatores, sono ottimi. In particolare, merita attenzione la track list della colonna sonora del film con brani tratti dai Gorillaz ed Ezio Bosso.

Dopo essere risultato il quarto incasso dell’anno 2014, il lungometraggio è stato premiato ai David di Donatello, ai Nastri d’argento ed ai Ciak d’oro, in particolare – come giusto che sia – agli effetti speciali.

Scritto da Antonio Di Fiore


Classe '93. Sono nato e vivo tuttora a Napoli. Attualmente frequento il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, curriculum Cinema e Televisione. Aspirante regista e sceneggiatore, credo fermamente nel potere della settima arte.