Francesco è uno psicoanalista che, spesso, si ritrova a curare più i problemi che ha in famiglia che quelli con i pazienti. A destargli preoccupazione sono le tre figlie: Emma, Marta e Sara. La prima, diciottenne, è follemente innamorata di un coetaneo del padre, un uomo sulla cinquantina. La seconda, commessa in una libreria, ama solo gli scrittori e le storie che legge. Solo un ladro di libri sordomuto la farà tornare alla realtà, facendola innamorare per davvero. Infine, Sara, una ragazza omosessuale che, dopo continui fallimenti amorosi, decide di diventare etero.
È brillante Paolo Genovese. Dopo aver esordito con circa tre cortometraggi, la sua carriera da regista è sempre più in salita. Autore di blockbusters commerciali come Immaturi, primo e secondo, e La banda dei babbi natale, torna al cinema con un prodotto nuovo, fresco, che potrebbe diventare quasi d’autore se non fosse per la tecnica di regia, pregna di “scene chiuse” e dialoghi scontati ma divertenti.
Tutta colpa di Freud, all’apparenza la classica commedia all’italiana, è, invece, un film che si presenta in maniera più complessa. Un film che si rifà più a Virzì che ai Vanzina, un film strutturato sul modello commediale americano più che su quello italiano. Tralasciando la tecnica del voice over, la voce narrante che si sovrappone ai dialoghi ed ai personaggi, l’ultima pellicola del regista romano è l’ennesima dimostrazione che ai registi italiani piace mettere il dramma dovunque. Infatti, fino a che punto può considerarsi commedia una storia piena di problemi socioculturali? Forse la chiave è nella trattazione degli argomenti. Argomenti, quelli trattati nella commedia degli ultimi dieci anni, tanto delicati quanto edulcorati, storpiati, enfatizzati, giusto per il gusto di rendere il tutto un po’ meno tragico, meno ”strappalacrime”. E il prodotto, come dimostrato dai botteghini, funziona, funziona e come.
Nominato ai David di Donatello e ai Nastri, Tutta colpa di Freud, riceve un ottimo successo di pubblico. Un successo dovuto anche all’incredibile cast che sembra, in questo film, incastrarsi alla perfezione. Attori, quelli scelti da Genovese, dotati di un talento dovuto, più che altro, alla vasta esperienza sul campo. Tra questi figurano la bionda del cinema odierno italiano, Claudia Gerini, nei panni di Claudia; Vittoria Puccini, nelle vesti di Marta, la libraia; il talentuoso Marco Giallini, ormai innestatosi prepotentemente sullo scenario filmico italiano, tanto da meritarsi numerosi premi e riconoscimenti; ma anche Anna Foglietta, Vinicio Marchioni, Laura Adriani, Alessandro Gassman e Giulia Bevilacqua. Montaggio innovativo. Colonna sonora impeccabile.