Inevitabili le reazioni dopo la lettura in aula della sentenza di primo grado sulla strage del bus a Monteforte Irpino, dove il 28 luglio 2013 morirono 40 persone, in gran parte puteolani. Otto condanne e 7 assoluzioni nel processo di primo grado, concluso dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Avellino. La pena massima è stata di 12 anni di carcere e sono stati ritenuti colpevoli anche 6 funzionari di Autostrade, condannata a risarcire i parenti delle vittime, mentre è stato assolto l’amministratore delegato della concessionaria, Giovanni Castelucci.
LE CONDANNE – 12 anni per il titolare dell’azienda che gestiva il bus Gennaro Lametta, come richiesto dall’accusa. 8 anni per la dipendente della Motorizzazione civile di Napoli, Antonietta Ceriola, a fronte di una richiesta di 9 anni. 6 anni di reclusione per i dirigenti di Autostrade, Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia. Paolo Berti e Gianni Marrone, il primo direttore di tronco di Autostrade e il secondo dipendente della concessionaria, sono stati condannati a 5 anni e 6 mesi. Ritenuti colpevoli anche altri due dipendenti di Aspi, Michele Renzi e Bruno Gerardi, condannati a 5 anni.
LE ASSOULZIONI – Assolti invece, oltre all’amministratore delegato Castellucci, il dg di Autostrade Riccardo Mollo, e i dipendenti Michele Maietta, Massimo Fornaci, Marco Perna e Antonio Sorrentino, per i quali la Procura aveva chiesto una condanna di 10 anni. Sentenza di non colpevolezza è stata emessa anche nei confronti di un altro funzionario della Motorizzazione civile, Vittorio Saulino, per il quale l’accusa aveva avanzato una richiesta a 6 anni e 6 mesi.