Più che prevedibile. Oggi, 7 settembre, le prime piogge abbondanti, dopo circa 5 mesi di sostanziale siccità, hanno messo in ginocchio per alcune ore l’intero territorio flegreo: da Pozzuoli a Bacoli, a Quarto; nei Centri storici e nelle zone di periferia. Strade allagate, tombini saltati, viali e piazze trasformate in piscine, anche quelle interessate più recentemente da lavori pubblici. Senza allarmisimi, nei momenti più critici del pomeriggio qualcuno ha rischiato di farsi male. I social network sono stracolmi di foto e video che lo dimostrano.
Al netto delle polemiche “a comando” – amplificate dalla rete e da un ripetitivo “gioco dei ruoli”, interpretato da chi è pro o contro l’amministrazione in carica di un determinato Comune – vanno poste pubblicamente alcune questioni.
Le strade e le fogne delle nostre città sono state concepite, progettate e costruite in passato per far fronte ad eventi atmosferici che non corrispondono più alle condizioni climatiche odierne. Chi pensa di poter esaurire la questione entro i confini del proprio Comune, ignorando ciò che avviene nel Mondo a livello ambientale, si illude di poter nascondere la drammaticità del problema. Pozzuoli e i Campi Flegrei, però, hanno goduto in tempi recenti di una mole di fondi pubblici di decine di milioni di euro per superare almeno le criticità più gravi del sistema fognario e idrico-urbano. Non solo i lavori PIU Europa, con nuove pavimentazioni in alcuni punti chiave del Centro Storico e del lungomare, ma anche (e sorpattutto), quelli del “Grande progetto Laghi flegrei”. Quest’ultimo, conosciuto da molti come progetto “grandi laghi” ha due obiettivi strategici dichiarati: migliorare il sistema fognario e, indirettamente, anche la qualità degli specchi d’acqua flegrei, con un corretto allacciamento alla rete che conduce agli impianti di depurazione.
DOMANDE – Alla luce di quanto accaduto oggi, e non certo per la prima volta, è lecito chiedersi: questi interventi a che punto sono? Quali aree, o strade, dovrebbero beneficiarne una volta conclusi? Sono stati commessi errori nei lavori già eseguiti? E’ possibile rimediare? In questi mesi di grande siccità, è stata svolta la giusta pulitura e manutenzione del sistema di acque reflue, nere e bianche?
Oltre alla regolarità formale degli atti e delle procedure, la politica e i livelli istituzionali locali, a cominciare dal Comune capofila che è Pozzuoli, hanno il dovere di spiegare alla cittadinanza cosa è stato fatto finora, distingundo tra i vari progetti, cosa è andato eventualmente storto e cosa ci si deve aspettare dai lavori già finanziati, appaltati e/o in corsa d’opera. Un atto di chiarezza e trasparenza politica, insomma. Per evitare polemiche strumentali e “stagionali” (come le piogge), individuare eventuali responsabilità e, soprattutto, non rassegnarsi all’idea che attività economiche e cittadini debbano subire disagi e danni materiali in modo sistematico per un certo numero di giorni l’anno.