Sviluppo del litorale flegreo, dai contratti di costa al (vecchio) progetto Waterfront. Intervista all’assessore all’urbanistica di Pozzuoli Gerundo

_MG_1057FOTO DI PAOLO VISONE

Un Contratto di Costa per il litorale puteolano. Questa l’idea lanciata nelle ultime settimane dall’assessore al governo del territorio Roberto Gerundo. Per capire meglio l’innovativa proposta abbiamo intervistato lo stesso assessore, a cui abbiamo rivolto anche qualche domanda sul futuro del progetto Waterfront.

Red – Assessore, anzitutto ci spieghi in cosa consistono i Contratti di Costa

Ger – Il Contratto di Costa è una declinazione del Contratto di Fiume, ideato per caratterizzare quei processi di tutela e riqualificazione dei bacini fluviali. Questo strumento di programmazione negoziata consente di raccogliere in maniera strutturata finanziamenti e coordinare gli sforzi di tutti i soggetti collaboranti con una procedura decisionale più snella.

Red – Si tratta di un vero e proprio strumento urbanistico?

Ger – No. E’ un processo di accordi successivi, anzitutto fra enti pubblici, che progressivamente contribuiscono a definire possibili soluzioni alle varie problematiche. La situazione del paesaggio costiero, infatti, è ancor più complessa a causa di una pluralità di enti competenti e degli interessi economici di tipo edilizio e turistico-alberghieri. Le regole del Contratto di Fiume restano invariate, ma vengono applicate soprattutto in base ad una logica di sviluppo.

Red – Quali sono gli attori coinvolti da questi accordi?

Ger – I soggetti coinvolti nel Contratto di Costa sono numerosi. Partecipano enti come Autorità di Bacino, e Sovrintendenze, Regione, Provincia e Comune, ma anche il mondo associativo che può dare il suo contributo.

Red – In che modo Pozzuoli sarà coinvolta?

Ger – Questo metodo sta muovendo proprio a Pozzuoli i primi passi. L’intento è creare un’armonia tra i vari soggetti. Anzitutto puntiamo a sottoscrivere un accordo sostanziale con gli operatori della balneazione. Si è insediato un tavolo di concertazione con i destinatari di concessioni balneari per una pianificazione ragionata fino al 2020. Nel corso delle prossime settimane cercheremo di chiudere i primi accordi con obiettivi di breve, medio e lungo termine.

Red – Nella pratica quali possono essere i risultati?

Ger – Le nostre priorità sono ripristinare il libero accesso alle spiagge, spesso di fatto negato, consentire il superamento delle barriere architettoniche, dotare di servizi le parti liberamente accessibili e garantire la pulizia e il controllo durante tutto l’anno. Gli interventi interessano gli arenili, ma auspichiamo con questa metodologia di intervenire sulla razionale utilizzazione delle scogliere al confine con Napoli, ma anche sulle fasce interne come Licola.

Red – Pensa si possa estendere il Contratto di Costa alle aree limitrofe?

Ger – Siamo in contatto con i comuni di Bacoli, di Procida e Monte di Procida che sono spinti dallo stesso interesse di tutela e sviluppo del litorale. Siamo fiduciosi che tramite incontri e accordi con le amministrazioni avvieremo un dialogo proficuo al riguardo.

Red – Cambiamo argomento, ma continuiamo a discutere di riqualificazione della costa con il progetto Waterfront. Si è parlato di dubbi dei soggetti interessati ad investire in quell’area. Può darci novità?

Ger – Effettivamente l’investitore privato ha manifestato preoccupazioni sulla sostenibilità di un investimento che esso stesso ha promosso. È, quindi, in atto una discussione fra le forze politiche che sono chiamate a confrontarsi con questa nuova situazione.

Red – Cosa non ha funzionato?

Ger – A mio avviso nella questione del Waterfront manca la decisione pubblica, che si è concretizzata solo formalmente. La città non si è pronunciata in merito e non si è sviluppato dibattito pubblico nelle sedi competenti.

Red – Quali sono ora le prospettive?

Ger – Ora che lo stesso investitore privato avanza dei dubbi sul progetto e ne propone la formulazione di uno nuovo, credo sia proprio questo il momento in cui colmare questo deficit di decisione pubblica. Per farlo c’è bisogno di una presa di coscienza da parte di tutti coloro che hanno un ruolo in questa città.

Red – Questo non rischia di allungare i tempi o scoraggiare l’investitore privato?

Ger – Le esigenze sono diverse: garantire tempi brevi, rendere l’opera sostenibile per l’investitore privato e credo bisogna garantire, come detto, la decisione pubblica. La triangolazione di questi tre aspetti è oggettivamente molto complessa, ma speriamo che in questo 2016 si sciolga il dubbio su quale sarà il destino di quest’area.

A cura di Mirco Maestrini e Silvia Massa

Scritto da Mirco Maestrini


Mirco Maestrini, nato nel 1987 e da sempre cittadino puteolano. Giornalista pubblicista, laureato in Scienze della Comunicazione, dal 2012 collaboro con la redazione de “L’Iniziativa - Voce Flegrea”.