Tassa regionale sul diritto allo studio: gli studenti campani ne chiedono la restituzione

uducaldoroSi può ancora parlare di diritto allo studio in Italia? Dopo l’aumento della tassa regionale universitaria da 60 ad una soglia minima di 120 ed una massima di 140 euro, appare difficile poter rispondere affermativamente. Il rincaro, che colpisce indistintamente tutti gli studenti, senza considerazione alcuna della fascia di reddito a cui appartengono, è avvenuto in seguito al decreto legislativo 68/2012: l’incremento delle entrate nelle casse regionali dovrebbe essere reinvestito in benefici per gli studenti e per il settore istruzione in generale. Nella realtà, l’effetto, immediato e scontato, è stato l’indebolimento del “diritto” in questione, in particolare per i cittadini meno abbienti, i tanti che si destreggiano tra studio e lavoro e le numerose famiglie che si impegnano a mantenere, in tempi di crisi, più di un figlio negli anni universitari.

In Campania, l’aumento di oltre il 50 per cento della tassa ha provocato la reazione degli studenti, che hanno deciso di non rimanere inermi ma di intervenire, facendo sentire la propria voce: “L’anno scorso la tassa regionale per il diritto allo studio è aumentata fino a 140 euro, del 125%, ma all’ente regionale ADISU arriva ancora la stessa cifra di quando si pagava 62 euro. Per questo chiediamo l’immediata restituzione alla Regione di quanto pagato quest’anno a fronte di un aumento che non sappiamo nemmeno come viene utilizzato!”A parlare è Lorenzo Fattori, coordinatore UDU Napoli. E’ stata lanciata una petizione, su change.org, in cui si spiega chiaramente che l’aumento della tassa regionale è solo l’ultimo insulto ad un diritto che, a conti fatti, è divenuto un privilegio.

Nel testo della petizione, si legge che, mentre da una parte aumentano gli esborsi che gli studenti sono costretti ad affrontare, dall’altra non se ne vedono i risultati, in nessun ambito: a partire dalle strutture – “In molte delle nostre scuole e delle nostre università si vive in condizioni ben oltre al di sotto del limite di sicurezza, si seguono le lezioni ammassati gli uni sugli altri e spesso non ci sono neanche gli spazi necessari per i diversamente abili” – fino alle possibilità di accesso all’università stessa – superamento di test a numero chiuso “del quale ogni giustificazione è impossibile sia dal punto di vista scientifico (a causa della dimostrata incapacità di questi test di selezionare effettivamente i migliori) che da quello economico (il 95% degli studenti che non superano il test, infatti, vengono comunque assorbiti da altri corsi di laurea)” ed ingenti problemi relativi al trasporto pubblico “Non soltanto i treni vengono continuamente cancellati, come testimoniano tutti gli studenti che utilizzano Cumana, Circumflegrea e Circumvesuviana: la Giunta regionale, appena insediatasi, deliberò la cancellazione delle riduzioni per studenti sul costo degli abbonamenti mensili”. A tutto ciò, si aggiungono costi per la mensa e per i materiali didattici, oltre che le tasse annuali di iscrizione all’ateneo.

La richiesta di restituzione della tassa regionale per il diritto allo studio nasce dopo anni di protesta e di domande, a cui, nel tempo, solo il silenzio ed il lento declino ed evidente degrado dell’istruzione pubblica hanno dato risposta.

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Scritto da Laura Longo


Laura Longo, nata a Napoli il 04/03/1987. Laureata in Comunicazione pubblica, sociale e politica alla "Federico II" di Napoli, nel 2011. Vivo a Pozzuoli e qui collaboro con diverse realtà associative. Mi piace scrivere di società ed attualità. Seguire eventi culturali in città ed apprezzarne, ogni giorno, le bellezze inaspettate. Non mi piace l'inciviltà, il rumore, l'arroganza.