E’ successo tutto su facebook, durante il fine settimana appena trascorso. Con un post del 25 febbraio dalla sua pagina istituzionale, il Sindaco Vincenzo Figliolia è tornato sull’argomento teatro e in particolare sull’immobile dell’ex cinema Toledo, situato nel Centro Storico. “Pozzuoli avrà il suo teatro – ha scritto il primo cittadino. L’ex cinema Toledo, acquistato, ha il vincolo di essere un luogo di cultura. Un impegno assunto dalla nostra amministrazione per ridare alla città un luogo di crescita culturale e sociale.” L’entusiasmo del popolo virtuale è stato notevole, a dimostrazione di quanto sia sentito il tema nell’opinione pubblica, ma da una lettura attenta del post si nota che dopo la parola “teatro” non si legge né “pubblico” né “comunale”. Ed è infatti è l’assessore all’Urbanistica Roberto Gerundo, a chiarire, commentando lo stesso post del Sindaco, che l’amministrazione si trova oggi ad intervenire su una struttura che resta privata, poiché acquistata a conclusione di un’asta fallimentare. “L’Amministrazione comunale ha deliberato in giunta una documentata istanza all’indirizzo del Ministero per Beni Culturali invitandolo a decretare il vincolo architettonico ex lege 1089/1939 sull’intero complesso Toledo per il quale il PRG prevede solo destinazioni d’uso di natura culturale – ha comunicato pubblicamente l’assessore. “Ciò significa che qualunque funzione esso potrà assumere, dovrà essere conclamata la sua natura, appunto, culturale. D’intesa con il Sindaco, ho specificamente dato indicazioni all’Utc di monitorare con grande attenzione l’evoluzione urbanistica del cespite per eventuale impulso della nuova proprietà. (…) Saremo molto scrupolosi nel seguire la vicenda, ma siamo anche fiduciosi che l’imprenditoria privata abbia ben compreso il ruolo che deve assumere nell’intervenire in un territorio delicato e prestigioso come Pozzuoli.”
Ricapitolando, il Comune di Pozzuoli, che non ha partecipato all’asta fallimentare per acquistare l’immobile e farne un teatro comunale, come era invece nei propositi iniziali, oggi vuole impedire un utilizzo improprio della struttura da parte dei nuovi proprietari ed ha avviato un iter al Ministero per imporre il vincolo culturale. E’ sicuramente una buona notizia e un atto amministrativo da condividere, in termini di tutela per la città, ma da parte di questa redazione – che ha seguito e sposato negli ultimi anni la battaglia per un teatro pubblico in città – vanno fatte alcune considerazioni.
IL TEATRO COMUNALE E’ UN’ALTRA COSA – L’opzione teatro per l’ex cinema Toledo non ha più nulla a che vedere con uno spazio pubblico. Pur nell’ipotesi che il nuovo proprietario della struttura ne faccia un teatro, sarà un luogo privato, come già ne esistono altri in città portati avanti con professionalità, che risponderà legittimamente a logiche di mercato e non necessariamente di crescita, fruizione diffusa o caraterizzazione culturale della città. Ben diversa è l’esigenza – più volte espressa da attori, professionisti, associazioni ed operatori culturali – di creare, su iniziativa pubblica, uno spazio teatrale per tutti, inteso non solo come palcoscenico dove esibirsi, ma anche come luogo di formazione e di laboratorio, tassello coerente ad uno sviluppo della città flegrea. Una sfida ben più ambiziosa, con tutto ciò che comporta in termini di scelte su gestione, concessione e affidamento, ma necessaria ad una città che vuole cambiare la sua vocazione in senso ricettivo e culturale.
Resta dunque il macigno e la responsabilità di chi, in consiglio comunale, nella seduta del 20 giugno 2016 quando il tema era all’ordine del giorno, decise di non procedere a votazione e quindi, di fatto, di non autorizzare il Sindaco a partecipare all’asta fallimentare, per presunte irregolarità formali degli atti. Da allora, non c’è più stata una seconda possibilità e oggi il Comune ha perso l’occasione di acquisire, ad un costo conveniente, questo immobile così strategico perché adiacente al Polo Culturale di Palazzo Toledo.
Delle domande poste dalla nostra redazione agli amministratori di Pozzuoli in tema di politiche culturali, molte restano senza risposta. Più di ogni altra cosa, oggi, ci chiediamo come l’Ente pubblico intenda promuovere in futuro una politica di indirizzo culturale. Ferma restando la giusta attenzione e il monitoraggio nei confronti di iniziative private che potrebbero sorgere nel Centro Storico, sarebbe il caso, quindi, di spostare l’attenzione e assumere scelte precise sulla gestione e la funzione di altri spazi pubblici, a cominciare dalla nuova area spettacoli di Villa Avellino – di cui non si conosce la fine dei lavori – e Torre Toledo, che completa il Polo Culturale già esistente diventato negli ultimi anni luogo di incontro e di studio per tanti giovani. Sarebbe importante, anche per evitare ulteriori rincorse e confusioni.