E’ un buco nero sul lungomare riqualificato di Pozzuoli. La struttura di cemento da tutti conosciuta “vicienzo a mmare”, opera post bradisismica e mai completata, è ancora lì: un pugno negli occhi tra il lungomare di Via Napoli, le recenti aree parcheggio e la nuova passeggiata alle spalle della Chiesa di San Vincenzo, quest’ultima divenuta ormai “patrimonio” del vivere quotidiano di chi, puteolani e non, ricerca un p0′ di tranquillità, magari in buona compagnia.
A QUANDO L’ABBATTIMENTO? – Nel mese di agosto 2016 il Comune di Pozzuoli ha cambiato “strategia” per giungere alla liberazione del lungomare da questa struttura inerte e improduttiva. Anzichè procedere all’esproprio a all’abbattimento con fondi aggiuntivi PIU’ EUROPA, è giunto l’ordine di abbattimento direattamente ai proprietari, in considerazione dell’assenza di tutte le autorizzazioni a costruire da parte della Soprintendenza (mentre la concessione edilizia risulta concessa nel 1982). La legge stabilisce che in caso di inottemperanza all’ordine di abbattimento entro 90 giorni il Comune diventa automaticamente proprietario dell’immobile, gratuitamente, premessa per l’abbattimento. Come facilmente immaginabile, i proprietari hanno presentato ricorso alla giustizia amministrativa. Secondo fonti interne al Comune, il ricorso sarebbe stato respinto dal TAR Campania, ed ora l’ultima parola dovrà essere pronunciata nelle aule di giudizio del Consiglio di Stato (ultimo grado in Italia della Giustiza amministrativa).
Vicende giudiziarie a parte, resta l’esigenza pubblica di portare a compimento l’opera di riqualificazione in un’area bellissima, per ragioni sia estetiche, sia di politica urbanistrica. Possibilmente, in tempi brevi e senza tentazioni di lasciare tutto così com’è. Che sarebbe come lasciare le cose a metà. Il quadro che si presenta nei pressi di “Vicienzo a mmare” non è dei migliori. La struttura rappresenta un oggettivo pericolo per chi, come i ragazzini particolarmente incauti, vi si avvicina o vi entra. Il bradisismo ha ridotto lo specchio d’acqua in modo visibile e sono decine le piccole imbarcazioni abbandonate a se stesse, di cui si fatica a conoscere anche i proprietari. E pensare che il nuovo percorso, realizzato con fondi PIU EUROPA sembra ideale a diventare luogo di manifestazioni culturali a basso impatto per i residenti, ai piedi del Rione Terra e con i resti delle strutture romane (secondo molti studiosi si tratterebbe del prolungamento del porto), che ormai fuoriescono dal mare a pochi metri dalla scogliera.
FOTO DI PAOLO VISONE, SOPRALLUOGO A CURA DELLA REDAZIONE