Finalmente. L’immobile di Villa Ferretti, bene confiscato alla camorra sul territorio di Bacoli, residenza ottocentesca sottratta alla criminalità organizzata, diventa da oggi una sede della Università Federico II. “Il Centro federiciano si occuperà principalmente di archeologia del mare e di digital humanities – si legge nel comunicato istituzionale. L’attività sarà declinata in molteplici forme: dagli studi ai corsi alle ricerche ai workshop ai seminari alle manifestazioni culturali e sarà anche un centro congressuale”. La più antica università di Napoli, considerata tra le prime pubbliche in Europa e del Mondo, assume la gestione della villa, mentre il parco e la spiaggetta libera continuano ad essere di piena competenza comunale. Un complesso pubblico multifunzione, vicino al Castello di Baia, che è anche sede del Museo dei Campi Flegrei.
All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il Rettore dell’Ateneo federiciano Matteo Lorito, il Sindaco della Città Metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi, il Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano e il Sindaco di Bacoli Josi Gerardo della Ragione. Quest’ultimo ha sottolineato che “aprire un bar o un ristorante, forse sarebbe stato più facile, ma abbiamo preferito indicare una visione, un indirizzo. Portare l’università a Bacoli significa che da oggi tutti dovranno sforzarsi di alzare il livello culturale”. Una soluzione all’abbandono dei locali, dunque, valida dal punto di vista materiale, ma che racchiude anche una forte carica simbolica.
L’inaugurazione di oggi chiude, per ora, il cerchio su quello che è stato il lungo e tortuoso percorso di recupero e di riappropriazione del complesso di Villa Ferretti, acquisita al patrimonio del Comune di Bacoli circa 20 anni fa. Un risultato fortemente voluto dall’attuale amministrazione, dopo anni di inerzie e indicazioni contraddittorie, che premia l’impegno di tanti cittadini e di pezzi di società civile. Una vittoria per tutti, che potrà trovare conferma ogni volta che un giovane, uno studente o un lavoratore metterà piede in quelle stanze per svolgere attività di studio o di ricerca.